Shot by a security camera
You can’t watch your own image
And also look yourself in the eye
Black Mirror, Black Mirror, Black Mirror 3
Non
è troppo complesso né tantomeno inutile immaginare l’esasperazione di alcuni
costumi inveterati delle società 2.0. E il parossismo dei risultati può aiutare
a fare luce sullo stato attuale delle cose.
Che
impatto ha sulla memoria la pratica di convertire costantemente la realtà in
immagini e condividerla grazie a smartphone e surrogati?
Come
può “evolvere” lo spettacolare linciaggio mediatico messo in atto da tutte le
trasmissioni televisive che speculano sulle miserie altrui per soddisfare la
morbosità in cui, noi che guardiamo, continuiamo a riversare l’orrore per noi
stessi? 2
Che
rapporto c’è tra la nostra identità reale e la versione virtuale affidata alla
rete tramite socialnetwork e altre attività di comunicazione – mail, chat, blog
ecc.? E quali saranno i nuovi modi di commercializzarla?
O
ultimo (e primo) può la società dello spettacolo ipertecnologizzata utilizzare
i propri schermi per guardarsi allo specchio e sbugiardarsi?